Cancro al seno e alle ovaie si batte con la prevenzione!

All’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in cui da 5 anni è attivo un servizio di counselling oncologico a cui possono accedere le pazienti a cui è stata riscontrata la mutazione genetica ereditaria

sanitadomani.com – MILANO. La cronaca ne parlò alcuni anni fa quando l’attrice americana Angelina Jolie si sottopose per prima a un intervento di mastectomia bilaterale chiedendo l’asportazione del seno e successivamente decise di togliere anche le ovaie.
Una drastica decisione dovuta alla consapevolezza di essere soggetta ad un forte rischio di sviluppare neoplasie proprio a quegli organi, a causa di alterazioni ereditarie nei geni BRCA1 e BRCA2.
Alterazioni diagnosticabili grazie a un semplice test.
Da allora la medicina anche italiana ha affrontato il problema in modo incisivo per prevenire e contrastare uno dei tumori più aggressivi e purtroppo anche più silenti, con sintomi inesistenti o trascurabili e quindi diagnosticato quando spesso è ormai troppo tardi.
All’avanguardia in questo senso l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo in cui da 5 anni è attivo un servizio di counselling oncologico a cui possono accedere le pazienti a cui è stata riscontrata la mutazione genetica ereditaria.
Inaugurato grazie anche al contributo della Fondazione UBI Banca Popolare di Bergamo Onlus, ogni anno sono circa 120 le donne che si rivolgono a questa struttura sottoponendosi ai test, con l’obiettivo di stabilire il livello di rischio di sviluppare un tumore al seno o all’ovaio.
Quando i test genetici segnalano una mutazione, si propone di estendere lo screening a tutte le parenti di sesso femminile.
“Una delle cause principali del fallimento della cura del carcinoma ovarico è la diagnosi tardiva  – spiega il professor Luigi Frigerio, direttore Dipartimento Materno-infantile e pediatrico dell’Ospedale di Bergamo e organizzatore del convegno internazionale ‘Le Patologie dell’ovaio’ svoltosi qualche giorno fa –  Il tumore ovarico epiteliale viene diagnosticato nel 70% dei casi quando ormai è in stadio avanzato.
La sopravvivenza è molto bassa: a 5 anni dalla diagnosi si attesta sul 50% Diventa quindi fondamentale il tema della prevenzione genetica del tumore ovarico, attività che portiamo avanti nel nuovo ambulatorio, avvalendoci dell’indagine genetica e della Medicina Genetica Preventiva”.
Si stima che il 25% dei tumori dell’ovaio abbia base ereditaria – continua Frigerio – La correlazione tra i geni alterati e l’aumento del rischio di sviluppo delle neoplasie è molto alta.
Si ritiene che le donne che ereditano una mutazione BRCA1 abbiano una probabilità del 45-80% di sviluppare un tumore al seno e del 20-40% di ammalarsi di tumore ovarico.
Il gene BRCA2 presenta una percentuale di rischio un po’ inferiore, rispettivamente del 25-60% e del 10-20%”.
Una volta diagnosticata la malattia anche la cura è innovativa: dal 2011 infatti a Bergamo per la cura dei tumori dell’ovaio si utilizza la tecnica HIPEC, Hyperthermic IntraPEritoneal Chemiotherapy e, come sottolinea il professor Frigerio, “I dati di sopravvivenza delle pazienti trattate con chirurgia più HIPEC sono confortanti”.

 

 

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