Analisi in alta quota per chi soffre di cuore
Sanitadomani.com – MILANO. Le passeggiate in alta quota possono far bene anche a chi soffre di cuore. Con le dovute precauzioni, ovviamente, ma il Centro Cardiologico Monzino, abbatte almeno in parte quello che era un pensiero diffuso; ovvero che la montagna non è adatta ai paziente cardiologici.
I risultati di un nuovo studio della struttura milanese, pubblicato su “High Altitude Medicine and Biology”, indica a quale quota si può arrivare in base alle proprie condizioni.
Rapporto fra patologie cardiache e alta quota
Perché solitamente chi soffre di cuore evita di salire troppo in quota? Per le conseguenze della pressione sul fisico. Così i ricercatori del Monzino hanno analizzato i fattori di rischio di ipossemia, ovvero difficoltà di respirare quando si arriva a quote alte; influiscono principalmente il sovrappeso e l’età avanzata, e più a rischio sono gli uomini.
Lo studio ha quindi analizzato la risposta cardiopolmonare all’esposizione acuta ad alta quota. In base alle condizioni di ciascun soggetto, è possibile stabilire non solo fino a quale quota una persona può spingersi, ma anche il tempo di acclimatamento da rispettar e il livello di rischio.
Il cardiomonitoraggio sul Monte Bianco
Gli individui che hanno partecipato alla ricerca sono stati 4.874 di età e condizioni diverse.
Il 67% dei volontari, pari a 1.793 maschi e 1.474 femmine hanno effettuato le misurazioni richieste attraverso la stazione biometrica, Keito K9. Questa è la prima postazione al mondo per il controllo cardiaco ad alta quota, attiva dal dicembre 2019.
Ma non si trova a Milano. Per sottoporsi agli esami, i volontari sono andati fino sul Monte Bianco, a monte delle relative funivie, a Punta Helbronner. L’apparecchio ha uno schermo touch screen e misurare peso, altezza, percentuale di massa magra e grassa, indice di massa corporea. Oltre naturalmente a pressione arteriosa, frequenza cardiaca e saturazione di ossigeno nel sangue.
La stazione Keito K9 per chi soffre di cuore
La stazione di cardiomonitoraggio è una idea di Piergiuseppe Agostoni, direttore del Dipartimento di Cardiologia Critica e Riabilitativa del Centro Cardiologico Monzino e Professore ordinario di malattie cardiovascolari dell’Università degli Studi di Milano. Agostoni è uno dei massimi esperti di alta quota in ambito cardiovascolare; ha inoltre lavorato con Carlo Vignati e Massimo Mapelli.
“Per informare e sensibilizzare ulteriormente la popolazione, accanto alla stazione biometrica Keito K9 abbiamo installato anche pannelli informativi relativi agli effetti cardiovascolari che derivano dall’esposizione acuta alle altezze. Permettono a chiunque di verificare alcuni parametri e consentono di valutare se si rientra nei limiti di normalità in rapporto all’altitudine – spiega il professor Agostoni -. La disponibilità di moderni impianti di risalita garantisce la fruibilità dell’alta quota, e in tempi sempre più brevi, a ogni categoria di soggetto, dal sano al cardiopatico, dal giovane all’anziano. La salita però può avere dei rischi per il sistema cardiovascolare. Abbiamo quindi ideato uno strumento in grado di valutare con precisione il livello di rischio e garantire la salita in sicurezza”.
“In occasione della Milano Heart Week, il Monzino ha dedicato una speciale attenzione al movimento e allo sport come arma vincente di prevenzione per le malattie cardiovascolari. L’attività sportiva, come confermano numerosi studi scientifici, è un’assicurazione sulla vita per tutte le età, aiuta a proteggere il cuore e a migliorare il benessere generale. La montagna è il luogo di sport e aria buona per eccellenza. Grazie ai nuovi strumenti di valutazione del rischio individuale, anche l’alta quota diventa accessibile e più sicura anche per chi soffre di cuore” – conclude Agostoni.