CARNI PERICOLOSE, ARRIVANO I CARABINIERI
SANITADOMANI.COM – Bisogna proprio dire grazie ancora una volta ai Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni Sanità dell’Arma per aver fermato in tempo, dopo ben 2 anni di indagini, un veterinario dell’Asl dell’Umbria che in complicità con il proprietario di un centro di macellazione, e di un operatore tecnico, stavano per immettere in commercio carni senza i dovuti controlli sanitari.
ARRESTATE 3 PERSONE
I carabinieri dei Nas, con il sostegno della magistratura, sono riusciti ad assicurare alla giustizia i tre farabutti che, incuranti della salute pubblica, intendevano far commerciare e guadagnare su carne bovina e ovina che non poteva essere commercializzata in quanto gli animali erano morti a seguito di altre cause indipendenti dalla macellazione.
I NAS hanno scoperto la manomissione di ‘marche auricolari’ di capi destinati alla macellazione al fine di sottrarli ai controlli da parte del veterinario ufficiale; commercio di carni pericolose per la salute umana; commercio di carni differenti per origine e provenienza, in quanto animali adulti della specie caprina ma falsamente indicati come capretti.
ELUSI I TEST DI CONTROLLO
Ma ancora più grave è che la falsificazione era finalizzata ad eludere il test per la ricerca dell’encefalopatia spongiforme trasmissibile (TSE), obbligatorio per i capi di età superiore a 18 mesi.
Sono finiti tutti in manette per una lunga sfilza di reati di cui sono accusati: falso materiale e ideologico, frode in commercio, commercio di sostanze alimentari nocive, simulazione di reato, omissione di atti d’ufficio.
Il Veterinario, in particolare, è stato ritenuto responsabile di condotte “omissive”, consistenti nel non aver effettuato le prescritte visite ante mortem a capi destinati alla macellazione, non aver proceduto a richiamare le carni ottenute da tali macellazioni, aver prestato il proprio consenso alla loro bollatura sanitaria, aver sottoscritto documentazione atta a licenziare, per il consumo umano, carni non sottoposte a tutti i controlli obbligatori per legge nonché di essersi adoperato a dispensare consigli ad alcuni operatori del settore al fine di eludere le investigazioni.
FERMATI IN TEMPO?
Nel corso delle attività sono stati sottoposti a sequestro circa 200 marchi di identificazione di ovi-caprini, già utilizzati e illegalmente detenuti, una pinza realizzata artigianalmente per la rimozione di ‘marchi auricolari’, due carcasse di ovino adulto, macellate ma non correttamente identificate e 22 capi ovini non identificati.
Insomma, il buon nome della carne umbra non è stato inquinato dalle tre persone arrestate e, soprattutto, ci si augura che quel giro di “carni non controllate” non si sia esteso sino ai supermercati e alle macellerie.