Come difendersi dalla malasanità
INDAGINI NELLE STRUTTURE DI CURA
CHI PERDE UNA PERSONA CARA RICOVERATA IN OSPEDALE SEMPRE PIÚ SPESSO SI INTERROGA SULLE CAUSE DEL DECESSO: E' STATO FATTO TUTTO QUANTO POSSIBILE? E SE AVESSERO SBAGLIATO LA DIAGNOSI? IL PAZIENTE E' STATO CURATO IN MODO ADEGUATO? E MILLE ALTRE DOMANDE ALLE QUALI RICORRENDO ALL'INVESTIGATORE É POSSIBILE DARE UNA RISPOSTA. IN LOMBARDIA OPERA CON SUCCESSO LA SYRIA GROUP INVESTIGAZIONI
Sanitadomani.com – Milano. Cosa e come fare per accertare se un proprio famigliare sia stato curato nel rispetto di tutte le regole sia sanitarie, sia legali?
Siamo entrati in contatto proprio con un’Agenzia di Investigazioni che, tra le altre attività, opera anche nel difficile campo di indagini in aiuto delle famiglie che vogliono avere risposte, spiegazioni e chiarimenti sulle cause, a volte irragionevoli, che portano al decesso di un proprio caro.
Si tratta dell’Agenzia lombarda Syria Investigazioni che opera in tutta Italia.
‘Poliziotti segreti’
a nostro servizio!
“Quando una famiglia si ritrova, suo malgrado, ad essere protagonista di una tragedia famigliare difficilmente trova le risposte che cerca” ci spiega Stelvio Seclì, già sottufficiale dell’Arma dei Carabinieri, e oggi a capo dell’Agenzia Investigativa Syria. Syria Group Investigazioni
“Il fatto che il parente di un paziente deceduto in ospedale in circostanze non del tutto chiare si ponga delle inquietanti domande è legittimo, ma questo non vuol dire che dietro ci sia sempre e necessariamente una responsabilità oggettiva da parte delle strutture sanitarie”, aggiunge, con franchezza e altrettanta serietà, il direttore operativo della Syria Investigazioni.
“In molti casi una serie di eventi poco trasparenti, o di eccessiva riservatezza da parte del personale degli enti di cura, vanno ad alimentare dubbi e perplessità nelle persone colpite da un lutto, o persino agli stessi pazienti che entrati in ospedale per un piccolo intervento si ritrovano menomati”.
Azioni legali sì,
ma con le prove
L’investigatore Stelvio Seclì spiega, infatti, che la sua Agenzia si preoccupa di “reperire tutta la documentazione sanitaria, ed eventuali testimonianze, in merito al decorso pre e post operatorio.
Alla luce della documentazione e di una perizia medico legale la famiglia può poi agire e chiedere giustizia oppure rassegnarsi davanti all’evidenza che quanto accaduto era imprevedibile ed inevitabile”.
D: La legge Gelli ha invertito l’onere della prova: ovvero adesso è il cittadino che deve dimostrare che c’è stata un’eventuale responsabilità da parte della struttura operatoria. Voi come vi regolare in merito? Syria “Con assoluta riservatezza e scrupolosità operiamo da 15 anni in tutti i campi di investigazione, ma proprio dopo il varo della legge abbiamo attivato anche uno specifico servizio per questo genere di indagini.
A volte si tratta anche di accertamenti preventivi”.
Con le accuse infondate
solo spese e anche guai
D: Scusi, ma cosa intende per indagini preventive?
“Non sempre un cittadino può accusare e denunciare senza il rischio di subire controquerele perché si basa solo sul proprio sospetto.
Occorre che agisca in base a valide prove documentali o testimoniali.
Lo stesso avviene anche quando se si ha il timore che un proprio famigliare ricoverato in una casa di riposo, o il proprio bimbo affidato a terzi, venga maltrattato.
In questo caso interveniamo per raccogliere tutti gli elementi di prova che possono essere utili per avviare una giusta azione legale e giudiziaria”.