COMO: TRAPIANTO A CUORE FERMO
Nella foto diffusa dall’ufficio stampa dell’Ospedale (da sinistra) Fabio Banfi, direttore generale, Susanna Peverelli, responsabile Coordinamento Prelievo d’organi, Andrea Lombardo, responsabile del Coordinamento Area Intensiva dell’Anestesia e Rianimazione 2, e Matteo Soccio, direttore sanitario.
SANITADOMANI.COM – COMO. Forse non tutti sanno che l’espianto di organi si effettua nella maggior parte dei casi quando cessa in modo irreversibile l’attività dell’encefalo del donatore, ma il cuore rimane battente.
Un trapianto a cuore fermo rappresenta, quindi, un grande successo della medicina e amplia, come si può immaginare, il numero dei pazienti donatori, aumentando la quantità di organi disponibile per essere trapiantati.
Da fine aprile questa complessa tipologia di trapianto è possibile anche all’ospedale Sant’Anna di Como.
Il presidio di San Fermo della Battaglia si posiziona così all’avanguardia in questo ambito grazie alla recente introduzione della Ecmo (Extracorporeal membrane oxygenation), un sistema di circolazione extracorporea che preserva e mantiene idonei al trapianto gli organi addominali, che è stata acquisita dall’ospedale Sant’Anna da qualche mese.
Si tratta di una procedura innovativa che in Italia viene effettuata in pochissimi centri di eccellenza e richiede elevata competenza, tecnologia adeguata e un autentico lavoro di squadra tra vari professionisti.
Nel caso del Sant’Anna di Como il prelievo ha riguardato fegato e reni di un donatore di 69 anni.
Gli organi sono stati espiantati dal Centro Trapianti del Niguarda di Milano e al Sant’Anna sono stati accolti da un’équipe formata da medici di varie discipline.
Un percorso complesso nel quale organizzazione, tempestività e lavoro di squadra sono i fattori determinanti per il successo.
L’attività con l’Ecmo è stata condotta dal dott. Andrea Lombardo, responsabile del Coordinamento Area Intensiva dell’Anestesia e Rianimazione del Sant’Anna in collaborazione con il dottor Giuseppe De Nittis dell’Emodinamica.
Il percorso è stato seguito in tutte le sue fasi dalla dottoressa Susanna Peverelli che ha curato anche il rapporto con i familiari e monitorato il processo affinché tutti gli sforzi messi in atto risultassero efficaci al fine della donazione e del successivo trapianto.