Diagnosi giusta e lei inizia a vivere
NON FREQUENTAVA PIÚ LA SCUOLA E GLI AMICI
Desirè, 13 anni, affetta da una grave scoliosi, torna a una vita normale grazie alla giusta diagnosi e conseguente cura. Merito del Dipartimento Rizzoli-Sicilia di Bagheria
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Sanitadomani.com Le tipiche cure per la scoliosi neuromuscolare, che prevedono percorsi fisioterapici e utilizzo del busto, non le davano alcun aiuto. Da qui in poi più di un anno di controlli, visite e consulenze, ma nessuna soluzione: Desiré, 13 anni di Messina, soffriva di una grave scoliosi che la costringeva a una postura del tutto innaturale, tanto da faticare a camminare, impedirle di andare a scuola o uscire con gli amici.
Questo fino a quando il Dipartimento Rizzoli-Sicilia di Bagheria diretto dal dottor Giovanni Pignatti ha affidato il caso al dottor Angelo Toscano, che ha cambiato la vita della ragazza. Di che cosa soffriva allora Desirè? Ne abbiamo parlato proprio con il dottor Toscano, specializzato in chirurgia delle deformità rachitiche.
Di cosa soffriva Desiré
La diagnosi del problema della giovane Desiré era corretta, se non per un particolare essenziale: non si trattava di una scoliosi neuromuscolare, ma di una antalgica provocata da un’ernia del disco a livello lombare. «Il piano costale destro della ragazza – spiega Toscano – toccava la cresta iliaca (osso dell’anca), una salienza propria delle scoliosi neuromuscolari». Qualcosa però, non tornava.
«Dalle radiografie – prosegue Toscano – notai che non c’era rotazione dei corpi vertebrali, tipica della scoliosi neuromuscolare, e la presenza di un’ernia al disco. Perciò feci un’analisi differenziale, per capire se a provocare la scoliosi fosse proprio quell’ernia che, dando dolore, portava Desiré ad assumere una posizione scomposta per alleviarlo. Con la risonanza, la teoria fu confermata: l’importante curvatura della colonna vertebrale era di tipo antalgico e non neuromuscolare, come invece era stato diagnosticato».
Perché l’errata diagnosi
Riconoscere una scoliosi neuromuscolare da una antalgica non è facile, ma l’esperienza e la corretta lettura delle analisi hanno permesso al dottor Toscano di capire che l’eziopatogenesi del problema di Desiré era il dolore provocato dall’ernia al disco.
«La ragazza è molto introversa – racconta Toscano – perciò non è stato immediato capire come si sentisse. Ho dunque eseguito la manovra di Lasegue: distesa supina, la paziente alza prima un arto e poi l’altro.
Il sinistro, in corrispondenza dell’ernia, opponeva resistenza per proteggersi dal dolore. Da questa analisi clinica, dalle radiografie e dalle risonanze ho capito che si trattava dell’ernia, una condizione molto rara in pazienti così giovani».
Proprio l’eccezionalità del fenomeno è stato un altro motivo di diagnosi erronea: «nella letteratura scientifica – spiega Toscano – sono veramente rari i casi di ernia al disco con conseguenti scoliosi antalgiche in giovani adolescenti. Io stesso ero scettico, ma poi gli esami hanno parlato chiaro».
L’intervento risolutivo
Inizialmente Toscano ha prescritto a Desiré della ginnastica posturale e dei consulti con un neuropsichiatra infantile. Visti gli scarsi risultati, ha proposto l’intervento chirurgico di asportazione dell’ernia, «un’operazione a basso rischio e molto comune», spiega Toscano.
Sebbene una diagnosi precoce avrebbe aiutato la giovane a non raggiungere quei gravi livelli di scoliosi e dolore, l’asportazione dell’ernia non si sarebbe evitata, dal momento che si trattava della causa del problema.
Inoltre, in un soggetto in accrescimento «il prolungarsi di una simile condizione avrebbe comportato la strutturazione della scoliosi, ovvero la formazione di corpi vertebrali e di tutte le strutture anatomiche della colonna».
L’ex paziente Desiré torna alla vita
Dopo l’asportazione dell’ernia e attraverso un percorso di riabilitazione fisioterapico e psicoattitudinale, la giovane Desiré ha recuperato interamente la normale fisiologia della colonna vertebrale. Toscano ricorda che prima dell’intervento «la giovane aveva tutto il corpo sbilanciato in avanti e lateralmente sulla destra: camminava a fatica a piccoli passi e per brevi tratti.
Non riusciva proprio a condurre una vita normale, aveva smesso di andare a scuola, di vedere i suoi amici.
Ora invece cammina, salta, balla. E questo già dopo sei mesi dall’intervento».
Il dottor Toscano continuerà a monitorare la sua paziente, ma ormai il problema sembra risolto e Desiré, finalmente, si riprende i suoi 13 (ormai quasi 14) anni e così, la sua vita.