Eroi per il pronto soccorso cercasi…
DENUNCE E AGGRESSIONI CONTRO I MEDICI
I medici specializzati in Medicina d'urgenza e di Pronto Soccorso sono i più ricercati dalle strutture ospedaliere. Ai concorsi di assunzione a tempo indeterminato spesso non si presenta nessuno. Davanti al concreto e costante rischio di denunce e di aggressioni il personale sanitario, se può, preferisce stare lontano dal lavoro in pronto soccorso
Sanitadomani.com – Nei nostri ospedali e strutture di cura e assistenza manca personale sanitario.
Ci sono pochi medici nei reparti ospedalieri e molti meno nel reparto più sensibile di qualsiasi ospedale, ovvero il pronto soccorso.
Quanti lavorano nei pronto soccorso, a parte i casi di forzata ‘sostituzione’, sono medici proprio specializzati in medicina d’urgenza e di pronto soccorso.
Per comprendere a fondo quanto grave sia la situazione, basti pensare che non si è presentato nessuno ai diversi concorsi per l’assunzione a tempo indeterminato di medici di medicina d’urgenza e di pronto soccorso.
Sanitadomani.com si è interessata al fenomeno e con diversi articoli ha riferito dell’altrettanto grave situazione della carenza di personale infermieristico che addirittura ammonta a 63 mila unità.
Personale che ospedali, centri di cura e di assistenza pubblica e privata assumerebbe immediatamente.
Va detto che il motivo dell’insufficienza di medici e di infermieri è conseguente al fatto che ogni anno coloro che vanno in pensione vengono sostituiti nella misura di 1 su 3.
I PRONTO SOCCORSO
SONO UNA TRINCEA
Tornando al problema dei medici di pronto soccorso c’è da chiedersi perchè ci sia tanta difficoltà a reclutare medici destinati a lavorare nel cuore nevralgico degli ospedali.
Non è certo perchè si lavori tanto o poco, il problema è molto più grave e raramente sviscerato.
E’ documentato che nei pronto soccorso italiani c’è mediamente un’urgenza ogni 94 secondi.
Il punto, quindi, è la rapidità e la competenza dell’intervento del medico con tutte le responsabilità che ne conseguono.
E’ raro che non si rivolgano alla magistratura i famigliari di un paziente che arrivi al pronto soccorso vivente e poi ne esca morto o con altre complicanze.
Poco importa se vi sia o meno una reale oggettiva responsabilità del personale sanitario, ma in ogni caso spesso con l’emotività si accende anche la miccia della bomba giudiziaria.
Talvolta, ma solo raramente, è stato dimostrato che, effettivamente, vi sia stata una responsabilità colposa degli operatori sanitari.
DENUNCE TROPPO FACILI
E I MEDICI SONO STANCHI
A questo fenomeno della denuncia facile, del tutto legittimo, si aggiunge che il personale dei pronto soccorso è il bersaglio preferito per gli insulti e le offese verbali, ma soprattutto per le aggressioni da parte di amici e parenti di pazienti spesso affetti solo di impazienza e di rabbiosa prepotenza.
Tralasciando, per il momento, la spada giudiziaria che pende sull’operato dei medici del pronto soccorso affrontiamo quella delle violenze.
I numeri parlano chiaro.
OGNI ANNO 2.500
AGGRESSIONI…
I casi di lesioni e minacce gravi nei confronti di medici ogni anno sono ben 2.500.
Dal 2016 al 2020 l’Inail ha ricevuto da personale sanitario ben 12 mila segnalazioni di infortunio sul lavoro a seguito di aggressione.
Di questo fenomeno, spesso, si sente parlare solo come episodio di cronaca solo quando si verifica,ma poi finisce lì.
LE PERSONE VIOLENTE
LA PAGHERANNO CARA
Il problema, invece, è talmente grave che addirittura, passata quasi sotto silenzio, nell’agosto del 2020 è stata varata una legge a tutela della sicurezza di tutto il personale sanitario.
Una legge specifica che oltre ad aggravare le pene degli aggressori di chiunque operi nella qualità di personale sanitario , ha istituito l’ “Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie”.
Una toppa, certamente benvenuta, ma che non può certo chiudere una falla così grande nel sistema sanitario nazionale.