Fatemi stare vicino al mio cane
IN RIANIMAZIONE COL SUO PADRONE
La richiesta dell'uomo ha toccato il cuore di medici ed infermieri. La direzione ospedaliera ha predisposto tutte le misure di sicurezza sanitaria e ha rapidamente consentito che il desiderio del paziente, in condizioni critiche, potesse avverarsi
Sanitadomani.com – Tra tante sofferenze e odio che in questi giorni di guerra stanno toccando il culmine, ci sono anche momenti in cui l’amore e l’affetto lo si trova negli animali.
Non è certo una novità.
Nella pet terapy e in tante altre mille attività di vita quotidiana degli esseri umani c’è quasi sempre protagonista un animale domestico.
Ma c’è una storia in cui si incrociano solitudine sentimentale e pet terapy e si è verificata in un grande ospedale della provincia di Monza e Brianza.
In alcuni nosocomi, come noto, è consentito, spesso nelle pediatrie oncologiche, di far incontrare i bambini con il proprio amato animale domestico.
Nell’Ospedale di Vimercate questo percorso, attualmente, non è previsto.
Nei giorni scorsi un paziente in gravi condizioni, e per questa ragione ricoverato in rianimazione, ha infatti espresso agli infermieri un suo desiderio: fatemi stare vicino al mio cane.
La richiesta di quell’uomo (dopo vari accorgimenti di sicurezza igienica e autorizzativa) è stata rapidamente accolta. Nel giro di qualche ora il suo toccante desiderio è arrivato diritto al cuore di medici e infermieri dell’Ospedale di Vimercate.
IL FEDELE AMICO
MIGLIOR CURA
All’Ospedale di Vimercate, quindi, si sono spalancate le porte per far arrivare l’animale domestico al capezzale del suo ‘padrone’.
I medici, oltre all’aspetto emotivo, hanno ritenuto molto utile che il paziente potesse gioire nell’incontrare il suo cane in quanto, come noto, questi momenti di intenso e genuino affetto, possono sensibilmente giovare alla salute.
In proposito il Direttore medico del Presidio Ospedaliero, la dottoressa Milena Caglio, ha sottolineato:
“Era più che meritata una deroga, vista la relazione e l’affezione tra i due e la situazione del paziente”.
La foto in alto è una realizzazione redazionale