I malati di rabbia si coalizzano…

I malati di rabbia si coalizzano…

SUPERATO IL LIMITE SI CREDE DI POTERLA RAZIONALIZZARE

Ne parlava già Omero nell'VIII secolo a.c., eppure la rabbia oggi colpisce così tante persone sino e trasformarsi in una sorta di requisito utile per solidarizzare e lottare uniti con i collezionisti di ingiustizie. Un crescente e pericoloso fenomeno psico-sociale che necessita di attente analisi istituzionali e sociologiche!

I malati di rabbia socializzano…
Sanitadomani.com
– MILANO. “La rabbia è una follia momentanea. Impara a controllarla o essa controllerà te”.
Non l’ha detto lo psicologo della porta accanto, ma lo affermava Omero già nell’VIII secolo avanti Cristo.
Eppure nei secoli la rabbia continua a condizionare la vita di tante, troppe persone.
Una rabbia i cui confini spesso si confondono con la cattiveria e che si manifesta proprio come la descriveva Omero: follia che sovrasta con forza la visione razionale della vita e che trasformandosi in collera, ira, sdegno, stizza e malignità si impossessa anche dei nostri muscoli, alterando persino la percezione della realtà che ci circonda.
Accade sempre più spesso e con cadenza quasi quotidiana che dietro la violenza di un uomo contro la propria compagna, contro i figli o contro qualsiasi altro essere umano all’origine ci sia solo un semplice ma micidiale profondo sentimento di rabbia, che in alcuni casi degenera in pura follia ed indicibile violenza.

C’É CHI CREDE DI POTERLA AUTOGESTIRE

Ma per altri, che ne sono talmente pervasi da credere persino di averla razionalizzata, ecco che questo sentimento diventa una fonte di energia negativa che spinge a sfogare la propria furia contro il collega, il vicino di casa, l’automobilista indisciplinato o, come sta accadendo sempre più frequentemente, contro il sistema delle istituzioni. 
Un volto esatto dell’ira tradotto in azione di protesta collettiva non è stato ancora tratteggiato, ma certamente possiamo affermare che tra i professionisti della politica c’è chi ne ha captato l’esistenza e quindi la alimenta soffiando sul fuoco della protesta fine a se stessa.
Ed è così che la rabbia covata dentro di sé viene sventolata come bandiera della contestazione e di non meglio definite libertà, alimentata dalla convinzione di chi, inconsapevolmente e suo malgrado, è convinto che quell’antico cattivo sentimento negativo sia in realtà un’illuminazione di improvvisa consapevolezza.
Il risultato è che molti avvertono la sensazione di dover lottare e urlare al mondo intero tutte le presunte ingiustizie subite.
Una convinzione che trova rapidamente riscontro, grazie ai rapidi mezzi di comunicazione social, in molte migliaia di persone, arrabbiate anch’esse, che scoprono la loro fratellanza di perseguitati collezionisti di ingiustizie. 

URGONO SOLUZIONI SOCIOLOGICHE
E NON AGENTI ANTISOMMOSSA…

E necessario quindi che i nostri studiosi di psicologia comincino a pensare come affrontare questo grave e crescente fenomeno di disagio sociale. Un fenomeno affrontato già oltre 10 anni addietro, pur privo di una accurata indagine sociologica, quando iniziarono ad essere diffusi i dati in merito al consumo di psicofarmaci da parte degli italiani: 1 su tre ne faceva uso.
Adesso i numeri cosa dicono: 1 su due?
Quel campanello d’allarme è stato forse suonato solo per trarne degli spunti di morbosa curiosità giornalistica dato che non ne parla più nessuno!
Oggi si è stressati e nervosi per il covid. Ieri lo si era per il lavoro. L’altro ieri per la famiglia.
Prima ancora per un’altra valida ragione apparente, ma se continuiamo a ricostruire il passato è probabile che si giunga ad epoche molto remote, se è vero che Omero sentì il bisogno di parlare proprio delle conseguenze dell’ira funesta di Achille, “che infiniti lutti addusse agli Achei”.
Se da una parte quindi la rabbia dell’uomo è  da sempre un elemento di infelicità ineliminabile, oggi divenendo elemento di condivisione e di aggregazione, si è trasformata nel timer di una bomba che non si sa quando esploderà e soprattutto con quali conseguenze: (Impara a controllarla o essa controllerà te, affermava profeticamente Omero).

L’IRA CAUSA DI MALESSERI
E DI MALATTIE CARDIACHE

Una cosa però è certa.
Se nessuno a livelli istituzionali ha pensato ad affrontare il disagio sociale che cresce di giorno in giorno, la scienza medica ha comunque delineato con esattezza le conseguenze devastanti che la rabbia procura al corpo umano.
A parte i casi più gravi in cui ad occuparsi delle esplosioni di ira sono i carabinieri e la magistratura, nell’ordinaria amministrazione è compito dei medici arginare questa condizione di costante, frenetica irrequietezza, all’origine di tanti malesseri anche fisici:
aritmia cardiaca determinata dal costante stress che provoca il collasso cardiaco;
danni epatici che sono conseguenti alla costante ed eccessiva produzione di bile che il fegato non riesce a smaltire;
dolori muscolari: più ci si incazza e maggiore adrenalina si produce il che dà origine a dolori, crampi in più parti del corpo;
diarrea perché all’origine del colon irritabile e delle infiammazioni c’è sempre lui: lo stress; gastrite di cui tutti conosciamo le infuocate conseguenze con bruciore sino alla bocca per l’infiammazione della mucosa; persino la dermatite.
L’arrabbiato cronico non si fa mancare nulla.
I pruriti e le irritazioni della pelle trovano anch’essi la complicità di quel costante malumore da giustizialisti incompresi.
Achille si sfogò scatenando nientemeno che la guerra di Troia, ma Omero non ci racconta se il Pelide soffrisse di colite.
Di certo ha rischiato l’infarto…Ma noi non siamo immortali, quindi cerchiamo di fare attenzione!
I malati di rabbia socializzano…

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