Intervento riuscito, ma il paziente muore!

Intervento riuscito, ma il paziente muore!

INFEZIONI BATTERICHE, TROPPI DECESSI

"L’intervento è andato bene, ma il paziente è deceduto": può sembrare ironia fuori luogo ma è quello che talvolta si verifica proprio per cause legate a infezioni batteriche che si contraggono in ambienti sanitari non sempre adeguatamente sterilizzati. Abbiamo intervistato il direttore di Syria Investigazioni, l’ex sottufficiale dei Carabinieri Stelvio Seclì, che indaga per le famiglie che chiedono chiarezza sulle cause di presunte 'morti sospette'.

Sanitadomani.com – MILANO. “Stava bene. Ha fatto un piccolo intervento. Ci hanno rassicurati dicendoci che era andato tutto bene.  Poi dopo qualche giorno c’è stato il decesso. Ci hanno detto per una complicazione post operatoria. Per un’infezione”. 
Quante volte abbiamo sentito questi racconti da parte di famigliari di persone decedute per cause non sempre del tutto assolutamente accettabili. 

Quando si parla di infezioni antibiotico-resistenti, però, il riferimento è al tragico fenomeno di batteri che resistono agli antibiotici (ai quali il nostro organismo si è assuefatto).
Si calcola che nei prossimi 20 anni la mortalità per sepsi potrà raggiungere un numero impressionante: 450.000 decessi l’anno. 
Lo specifico aspetto di cui parliamo in questo articolo non è strettamente collegato al gravissimo fenomeno che incombe sulla nostra salute, ma sui decessi di pazienti che contraggono specifiche tipologie di infezioni nelle sale operatorie o nei reparti di degenza di centri di cura pubblici o privati.

LA SEPSI KILLER VIVE IN CORSIA
“L’intervento è andato bene, ma il paziente è morto”: può sembrare ironia fuori luogo ma è quello che talvolta si verifica proprio per cause legate a infezioni batteriche che si contraggono in ambienti  non sempre adeguatamente sterilizzati. 
In tal senso già oggi c’è un numero di morti che fa suonare forte il campanello d’allarme e non può lasciare nessuno nell’indifferenza e nel silenzio: 49.301 pazienti deceduti giorni dopo l’essere usciti dalla sala operatoria. Ogni singolo numero corrisponde ad una persona, ad un essere umano, che ha perso la vita in ospedale dopo aver subito un intervento chirurgico, talvolta anche dei più banali.
 Ci riferiamo a bambini, adolescenti, giovani e anziani i quali escono dalle sale operatorie italiane od europee e dopo qualche giorno manifestano la sepsi che spesso conduce alla morte.
Cos’è la Sepsi? E’ un’infezione batterica che si contrae in ospedale e che, spesso si rivela resistente agli antibiotici od altri farmaci, portando alla morte. 

LE STRUTTURE SANITARIE
NE SONO RESPONSABILI?

In numerosi di questi casi ci si trova davanti un dilemma: il paziente è deceduto in conseguenza al grave fenomeno (epidemiologico) dell’antibiotico-resistenza oppure, ferma restando la causa finale della morte,  a monte c’è stata incuria e responsabilità della struttura ospedaliera nell’attivazione di tutte le procedure di prevenzione igienico-sanitarie indispensabili per evitare facili contagi? 
I famigliari delle vittime dei ‘batteri killer’ difficilmente si rassegnano e si convincono della spiegazione loro fornite dalle autorità sanitarie? 
L’infezione batterica contratta in sala operatoria si poteva evitare?
Quella morte rientra davvero nella casistica delle conseguenze imprevedibili, non prevenibili e irrimediabili? 
C’è stata responsabilità da parte delle strutture sanitarie?

I FAMIGLIARI CREDONO
NELLA PURA FATALITÁ?

Non sempre le famiglie, spesso consigliate dagli stessi medici di parte, accettano la morte del loro caro avvenuta per un ‘caso sfortunato’ e spesso indecifrabile.
Da qui iniziano perplessità, inquietanti dubbi e si finisce col voler chiedere risposte certe e documentate. 
La leggenda della denuncia facile contro gli ospedali è oramai superata dalla recente legge che ha eliminato il far west fatto a colpi di carta bollata che paralizzavano gli uffici giudiziarie e anche quelli sanitari. 
Affinché l’autorità giudiziaria o gli uffici di polizia si attivino d’ufficio devono sussistere delle evidenti responsabilità da parte dei sanitari o dell’ospedale.

Come fare allora per scoprire se un determinato caso è esito di malasanità? 

C’è chi fa da sé, ma quasi tutti preferiscono ricorrere agli specialisti di indagini di questo genere. Il problema centrale non è sempre e necessariamente la morte di un paziente, ma anche un suo malessere che persiste dopo un intervento sanitario o un periodo di cure ospedaliere. 
Si ricorre allo studio legale il quale attiva una serie di procedure e, se necessario, si avvale di investigatori privati. 
Tante persone che vogliono sapere con certezza le cause del decesso di un loro caro ancor prima di ricorrere allo studio legale, vogliono acquisire tutta la documentazione che possa confermare o meno sospetti o dubbi.
Ecco che sono tante le famiglie che ricorrono direttamente a degli investigatori privati.
Abbiamo consultato un’Agenzia Investigativa a noi nota in quanto già ospitata in queste pagine proprio perchè rivolge un’attenzione particolare al mondo delle indagini in ambito sanitario. 

L’INVESTIGATORE AIUTA
A SCOPRIRE LA VERITÁ

Parliamo dell’Agenzia Syria Investigazioni che opera con competenza in questo ambito sia in Lombardia che nel resto d’Italia.
Abbiamo intervistato il direttore di Syria Investigazioni, l’ex sottufficiale dei Carabinieri Stelvio Seclì, al quale, senza troppi giri di parole, abbiamo chiesto: ma voi passate dagli accertamenti sulle infedeltà matrimoniali alle complesse indagini sanitarie?
Non abbiamo la presunzione di essere tuttologi.
L’Agenzia si avvale di collaboratori che sono esperti in vari ambiti.
Oltre a quello famigliare/sentimentale, della sicurezza personale, privata e aziendale, riserviamo una particolare attenzione al mondo della sanità”.

Ma dire mondo della sanità non è molto vago e troppo ampio?

Le assicuro che così dicendo – spiega subito Stelvio Seclì – intendo sottolineare che ci troviamo davanti ad un settore complesso che va dallo studio di piani di sicurezza negli ospedali, ai fini dell’attenta custodia dei farmaci (spesso oggetto di furti o contraffazioni) sino alla tutela della sicurezza del personale sanitario. 
La stessa attenzione la riponiamo al caso della famiglia che ci chiede, giustamente, di comprendere sino a fondo se un proprio caro è stato vittima del cattivo destino della vita oppure della disattenzione di terzi”.

Quindi voi indagate anche per aiutare famigliari di persone decedute in cliniche od ospedali?

Ha detto bene aiutare. Noi non ci sostituiamo assolutamente alle autorità di polizia o giudiziarie.
Noi non giudichiamo e non siamo nemmeno prevenuti.
Quando la famiglia di un paziente deceduto ci chiede di indagare sulle cause della morte è nostro dovere  attivarci rapidamente nell’acquisizione di tutta la documentazione sanitaria e verificare l’esistenza di eventuali testimoni o di altre prove.
Documentazione che poi può essere utilizzata, dopo le valutazioni medico-legali, in sede penale o civile per far valere o meno i diritti degli eredi“.

L’Agenzia Syria Investigazioni collabora con gli studi legali che promuovono le azioni legali contro gli ospedali per presunti casi di malasanità?

Chiariamo subito: noi collaboriamo in tutti gli ambiti e fini di giustizia con studi legali penali e civili, ma il nostro interlocutore da salvaguardare e tutelare è la persona che si affida a noi per raggiungere un obiettivo preciso. Tenga conto che i casi di malasanità, o presunta tale, non sono circoscritti alle morti sospette ma più spesso a gravi malesseri o complicanze che insorgono dopo le dimissioni ospedaliere. Anche in questo caso bisogna capire se c’è stata una negligenza sanitaria, un errore umano oppure se si tratta di inevitabili e prevedibili conseguenze delle cure cui il malcapitato è stato sottoposto. 
Una volta acquisiti gli elementi utili ci limitiamo a consigliare ai famigliari di pazienti deceduti, e/o rimasti danneggiati dalla malasanità, di mettersi il cuore in pace evitandosi ulteriori sofferenze emotive ed economiche, oppure evidenziamo loro la necessità di ricorrere ad un legale di fiducia o all’autorità giudiziaria.
E questo avviene se dagli elementi investigativi da noi raccolti emergono aspetti che meritano di essere approfonditi nelle opportune sedi istituzionali”.

Per informazioni cliccate sopra questa scritta

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