La chirurgia bariatrica ‘cura’ per il diabete

La chirurgia bariatrica ‘cura’ per il diabete

Sanitadomani.com – ROMA:  Nei pazienti obesi che sviluppano il diabete di tipo 2, l’intervento di chirurgia bariatrica aiuta a gestire la malattia sul lungo termine; e lo fa meglio di quanto riesca a ottenere la terapia medica.

Lo studio che ha messo in luce i risultati è del King’s College di Londra, ma la base di partenza è l’Italia; la ricerca parte dai dati di follow-up a 10 anni del nostro Paese.
La rivista Lancet ha riportato le conclusioni dei ricercatori. 

L’efficacia della chirurgia bariatrica sul lungo termine

Ad oggi, esistono ancora pochi dati per verificare l’efficacia dell’impatto della chirurgia metabolica per la gestione del diabete.
 Si sa poco del follow-up dopo 5 anni dall’intervento.
Ecco perché questo studio ha preso in esame i pazienti a 10 anni dall’intervento; la loro condizione di diabetici di tipo 2 è stata raffrontata con la terapia farmacologica e medica più tradizionale. 

E’ emerso che l’operazione chirurgica, pensata per aiutare a combattere l’obesità,  ha avuto efficacia sul lungo termine anche per la gestione del diabete.

«La chirurgia bariatrica viene ancora considerata con sospetto, ma è uno strumento incredibile per la gestione dell’obesità» dice Geltrude Mingrone, primo autore della ricerca. Mingrone è anche professoressa di Diabete e nutrizione al King’s College e di Medicina interna all’Università Cattolica di Roma.

«I risultati del nostro studio mostrano quanto sia efficace a lungo termine per il trattamento del diabete di tipo 2 con evidenze di alta qualità – continua la professoressa -. Speriamo che possano anche aiutare i medici e i responsabili politici a garantire che la chirurgia bariatrica sia adeguatamente considerata;  è infatti una risorsa per gestire quanti soffrono di obesità e diabete di tipo 2».

Come lo studio ha analizzato i dati

I ricercatori hanno raccolto gli esami delle visite di controllo a 10 anni, da un ospedale terziario di Roma.
I partecipanti avevano diabete di tipo 2 da almeno 5 anni, emoglobina glicata superiore al 7% e un indice di massa corporea (BMI) di almeno 35; ovvero l’inizio dell’obesità di tipo II.

L’endpoint era la remissione del diabete entro 2 anni, individuata da come una percentuale di emoglobina glicata di massimo 6,5% ; la glicemia a digiuno non doveva superare i 5,5 mmol/l, e il tutto senza farmaci per 1 anno.

” L’obesità causa un vero e proprio disastro biologico e, come nel caso del paziente obeso, la chirurgia bariatrica si rivela una vera risposta medico-scientifica nel caso di pazienti con diabete di tipo II e le altre comorbilità spesso che ne sono associate”.
Lo afferma, ribandendo l’importanza dello studio che va preso in seria considerazione, il Prof Ralf Senner.

Il chirurgo bariatrico di origine tedesche che opera in una clinica di Roma è il direttore scientifico del Centro Europeo di Chirurgia Robotica per l’Obesità.

Da venti anni, precorrendo i tempi, è stato tra i primi ad impiegare, in Germania e in Svizzera, la robotica nella chirurgia bariatrica con risultati eccellenti in termini di controindicazioni e complicanze post operatorie. 

Percentuale di remissione maggiore per chi ha fatto l’intervento 

Il 37,5% dei partecipanti sottoposti all’intervento chirurgico ha mantenuto la remissione del diabete per tutto il periodo di follow-up.
Per gli altri gruppi, il tasso di remissione a dieci anni per chi ha seguito terapia medica è stato del 5,5%, del 50% per la diversione biliopancreatica e del 25% per il bypass gastrico.

I gruppi bypass gastrico e diversione biliopancreatica hanno avuto meno complicanze legate al diabete rispetto a quelli trattati con la terapia medica, con un rischio relativo di 0,07 per entrambi.
Di contro, la maggiore percentuale di effetti collaterali gravi hanno avuto luogo più frequentemente tra i soggetti sottoposti all’intervento bariatrico rispetto a quanti ricevevano terapia medica.

«La chirurgia bariatrica garantisce a lungo termine un buon controllo glicemico; oltre a questo la riduzione delle complicanze macrovascolari e microvascolari e un netto miglioramento della qualità della vita rispetto al trattamento standard» ha affermato Mingrone. «Anche se vengono richiesti studi controllati e randomizzati multicentrici e su campioni più ampi, l’intervento chirurgico dovrebbe essere considerato una buona opzione terapeutica per le persone obese con diabete di tipo 2 che hanno uno scarso controllo glicemico».

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