OPERATO AL CUORE PRIMA DI NASCERE
MIRACOLO DELLA VITA E DELLA...SCIENZA
Il Policlinico Sant’Orsola di Bologna tra i primi ospedali in Italia a portare a termine con successo un intervento fetale al cuore: Nicolò è nato e sta bene!
Sanitadomani.com – BOLOGNA. La scienza spesso arriva a risultati a tal punto straordinari mediante modalità così ignote, che il paragone con la magia o, per i più spirituali, col miracolo, si fa inevitabile.
D’altronde, come potrebbe un palloncino entrare nel cuore di un bambino non ancora nato e gonfiarsi per dilatare una valvola troppo stretta?
No, non siamo di fronte a misteri inspiegabili, ma alla scienza medico-chirurgica che dopo secoli di ricerche e analisi compiute da generazioni di professionisti dediti alla cura di vite umane, raggiunge di nuovo risultati straordinari.
Protagonista dell’intervento, il piccolo Nicolò, operato con successo al Policlinico Sant’Orsola di Bologna per una stenosi (restringimento) della valvola aortica, quando ancora si trovava nel grembo materno.
Le cardiopatie infantili,
ecco come si curano
La mamma era al settimo mese di gravidanza quando le hanno detto che Nicolò aveva una cardiopatia molto rara che gli avrebbe causato l’affaticamento del ventricolo sinistro e quindi difficoltà di circolazione sanguigna.
Il direttore di Cardiologia pedriatrica del Sant’Orsola Andrea Donti, in diverse interviste, ha specificato che 7 nati ogni 1000 soffrono di cardiopatie congenite, ma mentre per la maggior parte dei casi queste vengono corrette dopo la nascita, nelle rare occasioni in cui le cardiopatie peggiorerebbero lungo la gravidanza, si preferisce intervenire prima.
Si tratta però di operazioni molto delicate e rischiose, con una percentuale di morte del feto che va dal 10 al 30%, oltre ad altre possibili complicanze.
Perchè operare Nicolò
ancora nel pancione?
Come spiega Gianluigi Pilu (direttore di Ostetricia e Medicina dell’Età prenatale del Sant’Orsola), nel caso di Nicolò i benefici dell’intervento superavano i rischi: rinviando, il bambino avrebbe potuto morire o peggiorare la sua condizione e avere quindi un’aspettativa di vita breve. L’operazione è avvenuta alla 27esima settimana di gravidanza, sotto l’équipe di ginecologia e cardiologia, coordinate da Pilu e Donti, per una durata di circa due ore e mezza.
Il bimbo anestetizzato
nel grembo materno
Prima dell’operazione, si attende che il feto si metta col torace verso l’alto e si procede ad anestetizzarlo: si fa entrare un ago di 1 millimetro nella pancia della madre (vigile) fino al cordone ombelicale per l’iniezione di anestetico.
Con lo stesso ago i chirurghi entrano nella parete del cuore del bambino, superano la valvola con un filo metallico da cui scorre un catetere con all’estremo un palloncino di 3,5 millimetri che va ad allargare la valvola troppo stretta.
Tale metodo è stato ideato negli USA ed è utilizzato ancora sporadicamente in Europa.
In Italia troviamo un precedente nell’aprile 2020 presso l’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma: intervento fetale a un’ernia diaframmatica congenita andato anch’esso a buon fine.
Ora Nicolò potrà
affrontare la vita
Dopo l’intervento, la gravidanza è proseguita e il ventricolo di Nicolò è cresciuto.
Dopo la nascita il bambino è stato però sottoposto a una vulvoplastica, per riparare la valvola che nel frattempo si era danneggiata. Ora Nicolò sta bene da ben più di un mese e probabilmente non sarà necessaria una seconda vulvoplastica.
Di sicuro, “il magico” intervento chirurgico gli ha garantito una vita normale e tranquilla.
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