Prostatectomia con chirurgia robotica, prima volta al mondo a Modena
Sanitadomani-com – MODENA: Una prostatectomia radicale con tecnica robotica mininvasiva. E’ la prima volta al mondo, ed è accaduto all’Hesperia Hospital di Modena, struttura del Gruppo Garofalo Health Care.
Il paziente, affetto da carcinoma prostatico, aveva lui stesso chiesto che l’operazione avvenisse con la tecnica rrobotica, affinché fosse il meno invasiva possibile. Dopo aver analizzato la situazione, il team di specialisti urologi denominato CURE ha proposto un intervento in anestesia locale toracica. Decisione presa con lo staff degli anestesisti, diretto da Laura Zavatti e Marco Meli: invece dell’anestesia generale, quindi, una sedazione leggera in respiro spontaneo.
Intervento di prostatectomia meno invasino e con meno oppioidi
L’intervento di prostatectomia radicale eseguito in questo modo è una assoluta novità, e offre un duplice obiettivo. Da una parte, il ricorso alla chirurgia robotica permette di intervenire per via extraperitoneale e quindi di operare in maniera meno invasiva. Dall’altra, è possibile ridurre la somministrazione di oppioidi; un fattore non trascurabile, dato che esiste l’ipotesi che tali farmaci possano peggiorare la prognosi nei pazienti oncologici. Inoltre, l’anestesia è sempre rischiosa in soggetti con patologie cardiovascolari e neurologiche
“Percorrere nuove vie chirurgiche in collaborazione col mio staff e con gli anestesisti è per me motivo di orgoglio – afferma Giovanni Ferrari Direttore del reparto di Urologia di Hesperia Hospital – E’ inoltre è un riflesso della necessità di trovare nuove soluzioni, soprattutto per quei pazienti fragili che sempre più spesso affollano le nostre liste d’attesa”.
Come avviene l’anestesia
L’anestesia spinale richiede l’utilizzo di un ago, inserito in sede toracica a livello della nona vertebra. Qui l’anestesista inserisce un sottile catetere attraverso cui si inocula l’anestetico, che permette un’anestesia completa dell’addome e della pelvi.
Il paziente è comunque leggermente sedato, in modo che possa riposare tollerando la posizione chirurgica e la necessaria immobilità. Grazie ad alcuni accorgimenti chirurgici (come l’accesso robotico extraperitoneale, che evita possibili complicanze a livello dell’intestino) le condizioni in sala operatoria sono migliori per il paziente. Inoltre, l’anestesista può dialogare col paziente e modulare l’anestesia spinale e sedativa in modo da somministrare il meno possibile farmaci che potrebbero essere dannosi.
A fine intervento, il paziente torna in reparto, senza necessità di permanenza in rianimazione o in sala di osservazione. Questo tipo di anestesia riduce anche il dolore post-operatorio, con conseguente riduzione anche del farmaci antidolorifici.