Sindrome vagale, il Monzino usa tecnica che esclude il pacemaker

Sindrome vagale, il Monzino usa tecnica che esclude il pacemaker

Sanitadomani.com – MILANO: La sindrome vagale è un disturbo invalidante, che rischia davvero di compromettere la quotidianità di molte persone. Si manifesta in modo improvviso causando delle sincopi, degli svenimenti con perdita di coscienza. Non si tratta di una sindrome potenzialmente letale, ma è comunque molto limitante.

Una tecnica innovativa di cura arriva dal Centro Cardiologico Monzino è uno fra i pochi centri al mondo e fra i primi in Italia ad effettuare la Cardioneuroablazione.

Cos’è la sindrome vagale

Interessa soprattutto gli adulti in giovane età, mediamente fra i 20 e i 30 anni.  L’origine della sincope vasovagale risale a un’interruzione del battito cardiaco, che può andare da pochissimi secondi fino anche a intervalli di tempo di 10 – 20 secondi. Tale interruzione è causata da una iperattività del nervo vago, che governa uno dei due sistemi che innervano il cuore. Il sistema vagale e quello simpatico dovrebbero essere in equilibrio, e mediare il battito cardiaco; quello simpatico lo aumenta, quello vagale lo rallenta.

Ma se il nervo vago è ipertonico, come accede in chi soffre di questa sindrome, la stimolazione è eccessiva, e il sistema simpatico non riesce a controllarla. Così la frequenza cardiaca è squilibrata e la pressione arteriosa cade.

Ci sono diverse situazioni che possono scatenare le crisi; una emozione molto forte, uno spavento o la vista del sangue. In ogni caso, lo svenimento è improvviso, cosa che mette a repentaglio la sicurezza del soggetto, oltre a creare disagi nella sfera sociale. Non è raro che le persone arrivino a limitare le uscite, fino a isolarsi.

 La cura del Monzino

La Cardioneuroablazione rappresenta una nuova speranza per questi giovani. Finora, la possibile soluzione era quella di impiantare un pacemaker, che teneva sotto controllo il ritmo cardiaco. Ma è un dispositivo che si deteriora con il tempo, e non è certo l’ideale su soggetti di giovane età

Il Dipartimento di Aritmologia del Monzino, sotto la guida del professor Claudio Tondo, ha trattato 15 pazienti in un anno con questa innovativa tecnica. I risultati sono davvero incoraggianti.

“ Per questi giovani pazienti la cardioneuroablazione è una nuova opzione di cura – dice il dottor Tondo -;  nasce dalla esperienza nelle ablazioni transcatetere per il trattamento delle aritmie. Il principio è lo stesso: si tratta di individuare le “stazioni nervose” attraverso cui il nervo vago agisce sul cuore (mappatura) e cauterizzarle via catetere   per ridurre o eliminare l’azione eccessiva del sistema vagale sull’attività elettrica del cuore”.

Compito dei medici, durante la mappatura, è osservare le stazioni che innescano la pausa elettrica; a quel punto si passa a una denervazione cardiaca, cercando di disattivare le aree colpevoli dell’interruzione.

“In questo modo modifichiamo – conclude il medico – la fisiologia cardiaca senza impiantare un pace maker. La procedura è complessa e richiede una vasta esperienza e know-how dell’elettrofisiologia cardiaca, oltre che operatori qualificati. I risultati però sono piuttosto promettenti: al Monzino abbiamo trattato 15 pazienti e nel 65% dei casi si è verificata una riduzione significativa delle pause elettriche, con grande sollievo dei giovani pazienti che tornano a condurre una vita normale.”

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