Sole, tumori in aumento
SANITADOMANI.COM – SALUTE. Mettere la crema protettiva in spiaggia?
E’ “da sfigati” per il 51% dei 3500 adolescenti che hanno aderito al progetto #soleconamore, campagna nazionale di sensibilizzazione sull’abbronzatura consapevole e sulla prevenzione del melanoma indirizzata ai giovanissimi, realizzata da Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica).
Così come solo il 18% sa cos’è il fototipo (per il 53% è un tipo di immagine, per il 16% una tecnica di selfie e per il 13% una tonalità di colore dei fiori), mentre il 63% ritiene che le lampade solari aiutino ad abbronzarsi meglio e il 48% non sa cosa sia il melanoma (per il 24% è un problema alimentare).
E invece i raggi ultravioletti costituiscono proprio il principale fattore di rischio per il melanoma, il tumore della pelle più aggressivo e che è in costante crescita soprattutto fra i giovani – il 20% dei nuovi casi è riscontrato in pazienti fra i 15 e i 39 anni-.
“Il melanoma è una delle neoplasie che ha fatto registrare i più alti tassi di crescita, spiega Fabrizio Nicolis, presidente Fondazione Aiom:
“In un quindicennio in Italia, il numero delle nuove diagnosi è raddoppiato, passando da poco più di 7.000 nel 2003 a 13.700 nel 2018 e la mancata conoscenza dei fattori di rischio gioca un ruolo decisivo.
Le diagnosi negli adulti di oggi sono la conseguenza dell’esposizione scorretta al sole da giovani in passato”.
Una campagna, partita a fine maggio, che si protrarrà durante l’estate, utilizzando il linguaggio e soprattutto le modalità di comunicazione dei giovani, con test sui social e lungo le spiagge condotti dai principali influencer.
Una sensibilizzazione al problema “sole sicuro” che cerca di smontare anche la falsa convinzione di molti che le lampade solari siano utili per preparare la pelle all’abbronzatura estiva.
“I danni di queste apparecchiature sono sottovalutati – afferma Stefania Gori, presidente nazionale Aiom- È dimostrato anzi che il loro utilizzo, soprattutto in età inferiore ai 35 anni, aumenta in maniera significativa il rischio di melanoma.
L’intensità degli ultravioletti artificiali è di 12-15 volte superiore all’esposizione solare naturale”.
Ma i problemi non finiscono qui: anche i tatuaggi devono essere considerati con attenzione: “Non aumentano il rischio di melanoma, ma in alcuni casi ne rendono più difficile la diagnosi – sottolinea Fabrizio Nicolis – I pigmenti infatti ostacolano il monitoraggio dei nei, i cui cambiamenti rappresentano il segnale della trasformazione in forma tumorale.
Inoltre il 50% dei melanomi si sviluppa a partire da nei preesistenti, per cui i tatuaggi non dovrebbero mai essere eseguiti su lesioni pigmentate della cute”.