Stent carotideo anti-Ictus

Stent carotideo anti-Ictus

AL MONZINO TECNICA INNOVATIVA

E’ una patologia insidiosa, responsabile dal 20-25 % dei casi di ischemia cerebrale. Il trattamento con la procedura di angioplastica e impianto di stent riporta la carotide ad un diametro più grande, ripristinando il regolare flusso sanguigno

Sanitadomani.com – MILANO. L’accesso radiale, che viene praticato da tanti anni in Italia e in tutto il mondo, è diventata una procedura di routine in tanti centri di emodinamica.
Questa tecnica viene seguita dai cardiologi emodinamisti per le procedure di interventistica coronarica anche complesse come l’angioplastica primaria, oppure per il trattamento delle stenosi alle biforcazioni.
Inoltre l’accesso radiale, ovvero dall’arteria del polso destro, si è sempre più rivelato di maggiore successo anche per il trattamento delle occlusioni coronariche croniche e il trattamento di stenosi su bypass coronarici.
L’Istituto Cardiologico Monzino di Milano in proposito ha acquisito un record nazionale e forse europeo facendo un ulteriore passo in avanti: quello di aver praticato nel 2021 interventi di angioplastica carotidea per via radiale all’80% dei propri pazienti.

LA STENOSI DELLA CAROTIDE
CAUSA ISCHEMIE CEREBRALI

“La stenosi della carotide è la riduzione del calibro di questa arteria che porta sangue al cervello.
E’ una patologia insidiosa, responsabile dal 20-25 % dei casi di ischemia cerebrale. Il trattamento con la procedura di angioplastica e impianto di stent riporta la carotide ad un diametro più grande, ripristinando il regolare flusso sanguigno, esattamente come avviene nell’angioplastica coronarica.
Nata come possibile alternativa alla chirurgia, sviluppata con grande convinzione da noi al Monzino (>1700 casi dal 2003 ad oggi), è una modalità di cura affermata, sicura ed efficace, con risultati sovrapponibili a quelli ottenuti con la tecnica chirurgica standard – spiega il Professor Piero Montorsi Responsabile dell’Unità di Cardiologia invasiva 2 del Monzino.

STENT NELLA CAROTIDE
‘ENTRANDO’ DAL POLSO

Tradizionalmente l’angioplastica della carotide veniva eseguita dalla via femorale. «Ci sono tuttavia particolari anatomie dell’arco aortico e dell’origine delle arterie carotidi che rendono difficoltosa tale procedura accedendo dalla via femorale, aumentando il rischio di eventi avversi peri-procedurali.
In questi casi – continua Montorsi – è possibile eseguire l’angioplastica carotidea da un approccio arterioso alternativo come quello dell’arteria radiale destra, che si trova nel polso.
Tale via è peraltro ben conosciuta dai cardiologi interventisti, essendo la via principale per eseguire l’angioplastica coronarica.
L’esperienza maturata al Monzino dal 2010 e i risultati ottimali ottenuti con questa tecnica hanno permesso di allargare l’uso a tutti i pazienti con stenosi carotidea, indipendentemente dall’anatomia carotidea o dal quadro clinico, raggiungendo nell’ultimo anno una percentuale di applicazione della tecnica vicina all’80% dei casi”.

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