Stili di vita scorretti causano l’infertilità
Sanitadomani.com – BIMBI IN PROVETTA/L’infertilità femminile viene accertata quando una donna non riesce ad ottenere una gravidanza dopo 1-2 anni di rapporti intenzionalmente fertili,
pur essendo teoricamente possibile per lei concepire ed avere un bambino.
Si calcola che possa interessare il 15% circa delle donne.
L’avanzare dell’età è strettamente connessa alla perdita di capacità riproduttiva della donna (a 30 anni la possibilità di concepire per ciclo fertile è intorno al 30-40%.
Questa possibilità è ridotta al 10% a 40 anni).
Di certo, come si evince dalla Relazione al Parlamento sulla PMA (Procreazione Medicalmente Assisitita) relativa all’attività di centri nel 2017 il ricorso alla PMA è oggi praticata da donne anche di giovane età ovvero donne con meno di 35 anni e donne di età compresa tra i 35 ed i 39 anni, mentre diminuisce di quasi un punto percentuale la quota di pazienti con età maggiore o uguale a 40 anni.
Alla nascita, la donna possiede una riserva ovarica (circa 400 mila ovociti) che va progressivamente impoverendosi col passare dell’età, azzerandosi alla menopausa.
Dal punto di vista medico l’infertilità si accerta dopo 12 mesi di rapporti liberi e non protetti (6 mesi se la donna ha più di 35 anni o altri fattori di rischio) durante i quali non è stata raggiunta la gravidanza.
Il termine infertilità andrebbe distinto da quello di sterilità, che definisce l’impossibilità assoluta a concepire per una causa non rimovibile, anche se, nell’uso comune, i due termini vanno spesso a sovrapporsi.
Esistono numerose cause di infertilità femminile: alterazioni dell’apparato riproduttivo, malformazioni congenite, infezioni, disfunzioni ormonali.
Solo in alcuni casi, invece, si parla di infertilità idiopatica, quando gli esami diagnostici non sono riusciti ad individuare alcuna causa specifica.
Recentemente si parla anche di influenza negativa sulla fertilità maschile e femminile anche per quanto riguarda gli stili di vita.
Le donne avrebbero assunto modalità di comportamento simili a quelli dei maschi, caratterizzati da ansia, stress e alimentazione scorretta, il che avrebbe condotto ad una maggiore possibilità di infertilità.
I suggerimenti rimangono quindi quelli consueti a mantenere buone condizioni generali di salute.
La prevenzione della fertilità nella donna inizia sin dalla sua infanzia e prosegue nell’adolescenza e nella giovinezza, per esempio non trascurando banali infezioni che possono avere conseguenze negative a lungo termine.
Per conservare la fertilità bisogna seguire uno stile di vita sano, evitando alcuni fattori di rischio, come il fumo, l’abuso di alcool, l’obesità o l’eccessiva magrezza, la sedentarietà, ma anche l’eccessiva attività fisica.
E’ noto poi che l’inquinamento e l’esposizione a fattori ambientali tossici possono compromettere la fertilità nella specie umana.
Negli ultimi anni si è registrato un incremento delle patologie acute e croniche della sfera riproduttiva legate alle malattie infettive sessualmente trasmesse, che possono comportare un danno permanente agli organi riproduttivi, con conseguente infertilità di coppia.
E’ molto importante, quindi, svolgere un’ opera di istruzione e divulgare regole comportamentali in questo senso, nei riguardi della popolazione giovanile che scopre la sfera sessuale.