Telemedicina in sviluppo grazie al Covid-1
Sanitadomani.com – MILANO: Da ogni crisi, un’opportunità. Una regola che vale anche per l’emergenza Covid-19, che ha spinto a cercare nuovi metodi di forniture di servizi in diversi campi. Fra questi la telemedicina, che oggi deve divenire parte integrante del percorso di cura.
Da anni fa la Commissione europea ha preparato un piano per abbattere le barriere all’utilizzo della telemedicina nei Sistemi Sanitari Europei. Purtroppo in Italia poco è stato fatto. L’epidemia e la quarantena degli scorsi mesi hanno fatto emergere la necessità di spostare l’assistenza dei malati cronici dall’ospedale al territorio. L’uso della telemedicina è oggi fondamentale per prevenzione, diagnosi, cura e monitoraggio.
ESPERTI DI MEDICINA A CONFRONTO
La fotografia della situazione è emersa durante il webinar “Cronicità e telemedicina. La lezione di Covid-19”, realizzato da MOTORE SANITÀ, grazie al contributo incondizionato di Daiichi-Sankyo. Durante l’incontro esperti di tutta Italia si sono confrontati per porre le basi per rendere finalmente concreto l’utilizzo della telemedicina in Italia.
Presente anche la Società Italiana di Salute Digitale e Telemedicina, che promuove lo sviluppo delle tecnologie in ambito sanitario e della telemedicina. La prestazione di servizi di assistenza sanitaria mediante le tecnologie informatiche crea una rete telematica fra medico, infermiere e malato. “La sua diffusione ha fatto progressi limitati per molti anni – spiega Gianfranco Gensini, Presidente Onorario della SIT – Oggi le problematiche connesse con COVID-19 hanno posto la telemedicina al centro dell’arena, per la sua capacità di raggiungere pazienti remoti. Così si può offrire supporto, consulenze esperte, ospedalizzazione domiciliare. Allo stesso tempo offre ai tanti pazienti fragili – continua Gensini – la possibilità di evitare spostamenti e il connesso rischio di contagio. L’epidemia ha colpito molto duramente il nostro mondo, ma ha consentito che le possibilità connesse con la medicina digitale emergessero. Ha consentito quindi, anche in prospettiva, una riformulazione di percorsi e processi di cura che tengano conto di tutto il supporto del digitale”.
IN TRE MESI NUOVI CASI DI TELEMEDICINA COME IN UN ANNO
I dati della diffusione della Telemedicina sono molto cambiati negli ultimi mesi, secondo il Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali. In Italia in quattro anni (2014-2017) il SSN a attivato circa 450 esperienze; nel 2020 ne sono partite un centinaio in soli tre mesi. .
“L’emergenza COVID-19 ha costretto pazienti e sanitari a utilizzare moltissimo le tecnologie digitali – dice il Direttore del Centro Francesco Gabbrielli – per improvvisare nuove modalità di restare in contatto anche a distanza. In pratica abbiamo fatto in quei tre mesi quello che prima veniva fatto in un intero. Tuttavia, l’improvvisazione non può costituire il modello di riferimento per sviluppare un sistema di servizi in Telemedicina uniformi su tutto il territorio nazionale. In Telemedicina si compiono atti medici e attività assistenziali di cui i sanitari sono pienamente responsabili, anche se a distanza”.
IL RUOLO DEI PAZIENTI
Diviene a questo punto fondamentale tenere conto delle capacità di gestione dei nuovi strumenti di tutte le parti coinvolte. Il medico deve valutare non solo il livello di conoscenza e formazione dell’operatore, ma anche di pazienti e caregiver, che devono utilizzare software e device.