Tumore al seno aggressivo: speranza dalla ricerca IEO
Sanitadomani.com – MILANO: Lo IEO mette a punto una terapia per una delle forme più aggressive di tumore al seno. Una ricerca, sostenuta anche da Fondazione AIRC, che ha evidenziato come poter riorchestrare il sistema immunitario contro il tumore.
Anche la rivista scientifica Cancer research, dell’associazione americana per la ricerca sul cancro, ha pubblicato i dati dello studio italiano. Lo Ieo, istituto europeo di oncologia, continua a distinguersi per i risultati nel campo della ricerca delle terapie tumorali.
SPERANZA PER LE FORME PIU’ AGGRESSIVE DI TUMORE AL SENO
Il team di ricerca, coordinato da Francesco Bertolini, Paolo Falvo e Stefania Orecchioni, ha lavorato nel laboratorio di emato-oncologia dell’Istituto milanese. Qui ha individuato la terapia che potrebbe fermare la progressione di una delle forme più aggressive di tumore del seno.
I ricercatori hanno dimostrato i vantaggi della somministrazione sequenziale a dosaggi adattati di due chemioterapici, ciclofosfamide e vinorelbina; i farmaci attivano le cellule immunitarie (APC e linfociti T) e ottimizzano l’efficacia degli anticorpi anti-PD-1. L’esperimento ha interessato modelli sperimentali di tumore del seno triplo negativo.
“La terapia con anticorpi monoclonali anti-PD-1 ha rivoluzionato nell’ultimo quinquennio la terapia di alcuni tipi di tumore, come il melanoma e il carcinoma del polmone – spiega Bertolini -. Anche se si è rivelata efficace in un numero limitato di pazienti Questi anticorpi ‘risvegliano’ le cellule del sistema immunitario, che le cellule neoplastiche avevano ‘addormentato’, rendendole capaci di controllare la crescita neoplastica”.
“In alcuni pazienti e in alcuni tipi di tumore – continua il medico – questo meccanismo non risulta però efficace; questo perché il sistema immunitario non è in grado di riorchestrarsi e di attaccare le cellule tumorali. La vinorelbina a basso dosaggio attiva le cellule che presentano l’antigene; sono cellule specializzate nel raccogliere pezzi di proteine di agenti infettivi o anomale, come quelle tumorali, e presentarli all’orchestra immunitaria, sollecitando l’attacco contro la neoplasia”.
Nei due modelli sperimentali di cancro mammario triplo negativo, la terapia intermittente con i due farmaci ha controllato la crescita del tumore sia a livello locale che metastatico.
“Il punto di forza della nostra ricerca è che si può passare subito alle sperimentazioni cliniche – conclude Bertolini – I farmaci utilizzati nello studio sono infatti noti e disponibili. Si tratta quindi di valutare il dosaggio più efficace nelle pazienti.”