Tumore al seno metastatico, un passo avanti nella ricerca

Tumore al seno metastatico, un passo avanti nella ricerca

Sanitadomani.com – NAPOLI: La ricerca scientifica fa un altro passo avanti nella lotta contro il tumore al seno metastatico. Un risultato che arriva da Napoli, dal centro di ricerca Ceinge-Biotecnologie avanzate in collaborazione con l’Università di Napoli Federico II e l’Istituto Nazionale dei Tumori Fondazione Pascale.

Lo studio in laboratorio riguarda in particolare il cancro alla mammella con triplo negativo metastatico, che ha prognosi peggiori rispetto a quelli diagnosticati con altri sottotipi di cancro alla mammella metastatico. Oggi non ci sono bersagli molecolari riconosciuti per la terapia.
   

COSA HA SCOPERTO LA NUOVA RICERCA SUL TUMORE AL SENO

I ricercatori della struttura napoletana hanno così dimostrato che una proteina, la Prune-1, è iper-espressa in circa il 50% dei pazienti osservati; la proteina è correlata alla progressione del tumore, alle metastasi a distanza (polmonari) ed anche alla presenza di macrofagi di tipo M2. Questi ultimi sono cellule immunitarie presenti nel microambiente tumorale e correlati ad un rischio più elevato di sviluppare metastasi.

La prima fase della ricerca ha riguardato lo studio di un modello murino geneticamente modificato di TNBC (cancro al seno triplo negativo) metastatico. Gli studiosi hanno identificato una piccola molecola non tossica, che è in grado di inibire la conversione dei macrofagi verso e di ridurre il processo metastatico al polmone.

IL TEAM DI RICERCATORI

    A ottenere il traguardo importante è stato il team guidato da Massimo Zollo, genetista, professore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e Principal Investigator del CEINGE; insieme a lui anche due giovani ricercatrici Veronica Ferrucci e Fatemeh Asadzade.

“Ora è allo studio lo sviluppo di una seconda molecola più sensibile – spiega Zollo – alla quale dovrà fare seguito la sperimentazione nel topo e poi sull’essere umano. È stato inoltre sviluppato un kit che è in grado di identificare all’esordio quali TNBC hanno maggiore probabilità di sviluppare metastasi. Questo kit utilizza gli studi genomici e può aiutare l’oncologo nel determinare una terapia eventualmente più aggressiva sin dall’esordio. Occorreranno circa 1-2 anni di validazione, affinché sarà possibile dimostrare la sua efficacia nella diagnosi clinica».

    La ricerca è stata quindi pubblicata sulla rivista scientifica internazionale iSCIENCE.  Lo studio è  in collaborazione con iKris Gevaert, responsabile del Centro di Proteomica di Biotecnologie Mediche VIB-UGent, Belgio; Natascia Marino, Associate Professor, Indiana University, Indianapolis, USA; Maurizio Di Bonito, Unità di Patologia dell’Istituto Nazionale dei Tumori IRCS Fondazione Pascale; Giovanni Paolella, Università di Napoli Federico II e CEINGE; Francesco D’Andrea, Dipartimento di Sanità pubblica AOU Federico II.

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