Tumore del colon-retto, il 90% dipende dallo stile di vita

Tumore del colon-retto, il 90% dipende dallo stile di vita

Sanità domani.com – ROMA: Il tumore del colon-retto dipende dal nostro stile di vita. E’ l’affermazione, chiara e diretta, che arriva dalla voce di Elisabetta Buscarini, presidente della Fismad (Federazione italiana società malattie apparato digerente).

Così Buscarini ha presentato la campagna di sensibilizzazione sullo screening per la prevenzione del cancro colorettale, in occasione del Congresso nazionale sulle malattie digestive.

TUMORE DEL COLON-RETTO LEGATO A FUMO, ALCOOL, DIETA

Sedentarietà, peso in eccesso, dieta sregolata, fumo e abuso di alcool. Sono questi i fattori, completamente modificabili dalle persone, che sono causa di quasi la totalità dei casi di tumore del colon-retto.

“Benché distratti dal Covid – ha detto la presidente della Fismad – non dobbiamo dimenticare un concetto molto chiaro a chi fa ricerca. Se il 10% dei tumori del colon retto è dovuto a fattori genetici, il 90% dipende dai cosiddetti fattori di rischio modificabili, che se vogliamo possiamo correggere dall’oggi al domani. Sono alcol, fumo, dieta, sedentarietà, eccesso di peso; importanti e pesanti ma non tanto quanto un altro fattore di rischio modificabile, il più importante di tutti, ovvero il non fare lo screening”.

Quindi, il primo fra i buoni comportamenti da mettere in pratica per salvaguardare la propria salute è quello di sottoporsi a esami di controllo. “Il test per la ricerca di sangue occulto nelle feci non solo è il primo step del percorso di screening ma è soprattutto un’arma formidabile – ha ricordato Buscarini -. Offerto a tutti i cittadini, uomini e donne, dai 50 ai 69 anni, in alcune regioni fino ai 74 anni. Facile da eseguire, gratuito, da fare nel bagno di casa tua. Se prendiamo 100 persone che si sottopongono al percorso di screening per cancro colorettale – ha sottolineato – solo 5 avranno il sangue occulto nelle feci positivo e necessiteranno del passaggio successivo di approfondimento, la colonscopia”.

I DATI DEL TUMORE DEL COLON-RETTO

Lo screening permette di identificare il tumore precocemente, aumentando le probabilità di cura e sopravvivenza. Purtroppo, sono ancora poche le persone che si sottopongono al test.

“Ogni anno – ha riferito la dottoressa – sono circa 3mila i carcinomi identificati e dai 15 ai 18mila i polipi avanzati scoperti grazie alla prevenzione. Dopo decenni di implementazione del percorso di screening, abbiamo riscontrato una riduzione di incidenza del tumore colorettale superiore al 20%, riduzione della mortalità superiore al 30%. Ma l’adesione media nazionale all’invito si mantiene intorno al 40%. E questo non va bene. Il motivo? In molti pensano: non ne ho bisogno; nessuno me lo ha consigliato”.

Da qui la campagna di sensibilizzazione promossa da Fismad su tutti i canali di comunicazione: social, carta stampa, tv (con spot trasmessi dalle reti Mediaset e Rai), eventi nelle città, locandine nelle farmacie, affinché il messaggio arrivi a tutti. A sostenere l’iniziativa anche Lega Calcio, Associazione degli Arbitri, Federfarma, Lilt oltre a enti locali e società scientifiche.

Fonte: Adnkronos

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