Un libro di riflessioni ad ampio respiro sulla sanità in emergenza e il suo futuro
Sanitadomani.com – MILANO: Il 2020 ha lasciato il mondo in sospeso a causa dell’emergenza sanitaria. Seppur questa non sia ancora conclusa, il tempo trascorso permette di cominciare a fare riflessioni, anche doverose, su come si è reagito all’epidemia.
Anzi, superato il primo periodo legato alla pura urgenza, la necessità di valutare le reazioni e i doverosi accorgimenti è stata avanzata da più parti, come sostengo a una sanità che stava affrontando una problematica per certi aspetti imprevedibile.
A dare il suo contributo al dibattito, fin dallo scorso maggio, è stato pubblicato un libro che raccoglie una serie di considerazioni da diversi punti di vista. Gli autori sono tutti professionisti con esperienza di ricerca e hanno voluto illustrare, in brevi riflessioni, i principali temi connessi al settore sanitario; quello che, più di tutti, è stato travolto dagli eventi, guardando anche all’Unione europea e al resto del mondo, coerentemente con la natura globale dell’epidemia.
Il libro “Riflessioni sulla sanità in emergenza” è un volume interdisciplinare di Diritto che affronta i temi principali emersi nel dibattito sulla sanità durante l’emergenza; offre un contributo sulla comunicazione di Antonio Alizzi e una prefazione di Federico Testa, Ordinario di Economia e gestione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Verona. Gli autori sono professionisti tutti con esperienza di ricerca in ambito sanitario; i curatori sono Maurizio Campagna, avvocato e dottore di ricerca in Istituzioni di diritto pubblico, e Serena Manzin, ricercatore di Istituzioni di Diritto pubblico nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Il futuro: presa in carico del paziente cronico e valorizzazione del medico di medicina generale
Nel futuro sarà fondamentale la presa in carico del paziente cronico; la medicina permette una vita più lunga, e la qualità della stessa è un punto fondamentale. Un modello che sviluppi una rete territoriale assistenziale con centri di riferimento creerebbe un sistema quasi autonomo, che sia vicino al paziente e lo indirizzi in automatico nelle strutture più idonee per la sua patologia.
Questo valorizzerebbe anche la figura del medico di Medicina generale, che non può più essere un professionista lasciato solo a gestire il primo contatto; e permetterebbe ricorrere all’ospedale in modo più appropriato, grazie a flussi ben definiti.
Riflessioni di ampio respiro sulla sanità
Maurizio Campagna, uno dei curatori dell’edizione, racconta la nascita del libro
Il volume è stato scritto in tempo reale durante il primo lockdown e non si limita ai profili giuridici dell’emergenza. L’ultima riflessione, infatti, è dedicata a un aspetto trasversale a tutte le tematiche affrontate: la comunicazione nei giorni della crisi, con particolare riferimento agli annunci delle drastiche restrizioni alle libertà, imposte per contenere il contagio.
L’emergenza non è conclusa e la sanità è ancora in affanno, ma è il momento di cogliere questo momento storico come un’occasione. Cosa è emerso che si può valorizzare?
Molte cose delle cose da fare erano già note. Certe criticità legate, ad esempio, all’arruolamento del personale o all’efficienza di certi servizi non sono nuove e hanno evidenziato che, per molto tempo, è mancata una vision, un progetto per la sanità. Il momento storico è stato certamente duro da affrontare. Abbiamo, però potuto apprezzare anche risposte nuove e rapide, come l’attivazione dei servizi di assistenza “a distanza”.
I programmi di telemedicina, laddove attivati, in particolare, hanno dimostrato di funzionare bene. Credo che si debba proseguire su questa strada, nell’integrazione dei servizi tradizionali con i servizi digitali. Bisogna, tuttavia, governare efficacemente il processo di digitalizzazione già in atto, assicurando l’uguaglianza nell’accesso all’innovazione. Un primo passo è stato compiuto nel settore della Telemedicina con la recente adozione delle nuove Linee di Indirizzo nazionali da parte della Conferenza Stato-Regioni (17 dicembre).
Per la sanità del futuro, su quali aspetti puntare?
Direi sicuramente la riforma dell’assistenza territoriale nell’ottica di integrare – una volta per tutte – ospedale e territorio. Con riferimento all’assistenza ospedaliera, in particolare, nella programmazione dovrebbe essere finalmente valorizzato il rapporto tra volumi di attività, esiti e sicurezza delle cure.
Quindi investire sulla figura del Medico di medicina generale e sulle strutture più vicino ai cittadini, anche per dar sollievo agli ospedali. Può essere questa la strada?
Se la gestione dell’emergenza in questi mesi ha ovviamente assorbito gran parte delle risorse, non possiamo dimenticare che andiamo incontro a una società in cui la malattia cronica è preponderante. Pensiamo al cancro: oggi per fortuna si muore molto meno, ma si convive a lungo con la malattia. Ma anche la terza – e anche quarta ormai – età, o le persone con disabilità presentano specifici fabbisogni di emergenza.
Occorre sviluppare un modello «a rete», molto efficace per le patologie ad elevato impatto sociale, nell’ambito del quale realizzare forme di integrazione avanzata, non solo tra ospedale e territorio, ma anche con il coinvolgimento degli enti del terzo settore e, in particolare, delle associazioni di pazienti.
In che modo si possono muovere concretamente Stato e Regioni per investire sulla sanità?
Sicuramente promuovendo, anche con risorse ad hoc, il modello delle reti per patologia e incentivando la digitalizzazione e telemedicina. Questi mesi vissuti ‘a distanza’ hanno permesso apprezzare la tecnologia. Non è un elemento da demonizzare, ma da sfruttare al meglio quando è possibile.
Le cure a distanza possono essere una risorsa da affiancare a quelle tradizionali a vantaggio di tutti, con una maggiore efficienza per ospedali e professionisti, maggiori opportunità di confronto e controlli, e in definitiva un più elevato grado di appropriatezza.
Uno dei profili più problematici sarà conciliare la relazione di cura, basata sulla fiducia e di recente promossa anche sul piano normativo, con l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. L’altro aspetto su cui puntare è il coinvolgimento delle associazioni di pazienti nella progettazione e valutazione dei servizi al fine di integrare un punto di vista non clinico, orientato alla qualità della vita.
La scheda del libro
Gli autori:
Antonio Alizzi, esperto di comunicazione di impresa, dottore di ricerca in Scienze organizzative e direzionali
Petra D’Andrea, avvocato
Lorenzo Maratea, avvocato e dottore di ricerca in Ordine internazionale e tutela dei diritti umani
Alessia Monica, ricercatore di Diritto dell’Unione europea
Mario Ponari, avvocato
Maurilia Scamardo, avvocato e Dottore di ricerca in Diritti umani, evoluzioni tutela e limiti
Qui di seguito il link alla scheda del volume sul portale dell’editore Aracnee Editrice