Visione 3D in neurochirurgia: interventi in HD
Sanitadomani.com – MILANO: La tecnologia è d’avanguardia in sala operatoria con la visione 3D in neurochirurgia. Il Neuro Center dell’ospedale Niguarda di Milano è oggi una delle poche strutture italiane a mettere a disposizione questo sistema.
Una tecnica vantaggiosa per gli interventi di rimozione di tumori cerebrali, malformazioni arterovenose (MAV) e aneurismi. Recentemente i chirurghi dell’ospedale milanese la hanno utilizzata per trattare una MAV in una bambina di 10 anni con una lesione profonda ad alto rischio di rottura emorragica.
Come funziona la visione 3d in neurochirurgia
Niente più microscopio su cui i chirurghi devono chinarsi per operare. La visione 3D in neurochirurgia funziona con un esoscopio, strumento con microcamera che riprende il campo operatorio in 3D e ad alta risoluzione. I chirurghi, in una sala operatoria buia, indossano i visori, una sorta di versione avanzata degli occhiali per la visione a tre dimensioni. Come in un cinema, ma per salvare delle vite.
Le immagini sono trasmesse in tempo reale su schermi di grandi dimensioni; il maggiore ha una dimensione di 55 pollici, pari a una diagonale di 140 centimetri. Questo meccanismo permette un ingrandimento migliore di un microscopio; trasmette sugli schermi un campo operatorio di 1 centimetro, senza perdita di luminosità e dettagli. I medici operano guardando lo schermo, stando in posizione ritta, cosa che facilita i micro movimenti.
“L’ingrandimento e la nitidezza dei dettagli è un plus importante per tutte le operazioni di microchirurgia come nei casi di malformazioni-artetovenose, aneurismi e tumori cerebrali – indica Marco Cenzato, Direttore della Neurochirugia e primo specialista ad aver testato il sistema in Italia-. La migliore sensibilità del sensore dell’esoscopio alla luce consente di raggiungere lesioni profonde mantenendo una straordinaria luminosità e definizione, con accessi ridotti permettendo una minor invasività e favorendo i tempi di recupero con procedure a minor impatto”.
I vantaggi dell’esoscopio
Abbandonare il microscopio significa anche non dover cambiare posizione per avere una visuale migliore in base all’orientamento delle lenti; è la microcamera in questo caso che si sposta. Il chirurgo può assumere una posizione ritta e non forzata, vantaggio di non poco conto negli interventi che si protraggono per ore. Inoltre non perde i riferimenti spaziali della sala e del resto dell’equipe, cosa che può accadere con la visione immersiva legata al microscopio.
Si possono così sfruttare più schermi contemporaneamente, per una visione ancora maggiore del campo operatorio. Il sistema a Niguarda è già stato utilizzato per diversi interventi, tra questi anche quello su una paziente di soli 10 anni “L’intervento è stato molto lungo, 10 ore, e molto delicato– spiega Cenzato-. La malformazione, infatti, interessava un’area molto vicina alle aree motorie cerebrali e si presentava come una lesione ad alto rischio di rottura. L’utilizzo dello strumento abbinato ad un accesso controlaterale ci ha permesso di passare attraverso i due emisferi cerebrali con un approccio sicuro. La piccola paziente e i suoi famigliari si sono rivolti a Niguarda a causa di una cefalea persistentee e invalidante. E’ stato fondamentale anche il lavoro di squadra con il team della Neuroradiologia- diretto da Edoardo Boccardi – che grazie ad una procedura di embolizzazione, prima dell’intervento ha permesso il successo della procedura neurochirurgica”.