L’infermiere responsabile quanto il medico
L'infermiere responsabile quanto il medico
“La responsabilità in ambito sanitario: orientarsi nella complessità” è il titolo del corso per professionisti della sanità che tratta con Barbara Mangiacavalli il delicato tema
L’infermiere responsabile quanto il medico
Sanitadomani.com – MILANO. E’ la legge 42 del ’99 che segna lo spartiacque tra il vecchio ruolo dell’infermiere, relegato a subalterno del dottore e destinato alle mansioni meno gratificanti e l’attuale professione sanitaria, a cui si accede grazie a un diploma universitario.
La conseguenza diretta, però, di tale riconoscimento è che anche l’infermiere deve fare i conti con il concetto di responsabilità a livello giuridico, medico e assistenziale al pari del medico.
Senza contare che l’assistenza domiciliare infermieristica, spesso attuata durante la pandemia, ha indotto il professionista ad effettuare non solo trattamenti sanitari in modo autonomo, ma anche ad assolvere importati ruoli nella comunicazione con il paziente. Attività non prive di responsabilità.
Di questo ha parlato Barbara Mangiacavalli presidente Fnopi – Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche nel suo intervento al webinar “La responsabilità in ambito sanitario: orientarsi nella complessità”, organizzato da CastEdutainment e dalla Pipino & Partner di Milano nei giorni scorsi e a cui si sono iscritti centinaia di professionisti del settore e seguito on line migliaia di persone, a dimostrazione dell’interesse generale per un tema di così grande attualità.
L’ infermiere è stato dipinto come una professione in transizione, fondata su tre pilastri:
“Dal riconoscimento della professione infermieristica come professione sanitaria e non più ausiliaria, il passo successivo è stato quello di costruire autonomia e responsabilità su tre pilastri: formazione, codice deontologico, definizione dei profili professionali” – ha spiegato Barbara Mangiacavalli – “Al di là dei pilastri però, il ragionamento è complesso: bisogna arrivare a disegnare una evoluzione delle professioni sanitarie che tenga conto degli oggettivi momenti formativi di questi ultimi dieci anni.
E bisogna farlo con una riflessione di sistema”, precisa Mangiacavalli.
Un esempio attuale di che cosa significhi collegare responsabilità e competenze in un momento di transizione forte come quello che è stato determinato dalla pandemia è dato dalla medicina territoriale.
“L’ospedale deve essere il luogo del trattamento della situazione acuta, ma il territorio deve organizzare una rete di servizi di presa in carico.
Il periodo che abbiamo attraversato ha reso ancora più sentita questa necessità.
La formazione della professione infermieristica è stata quindi ridisegnata anche alla luce di tale crescente esigenza. Ed è nata anche la figura dell’infermiere di famiglia”, ha concluso Barbara Mangiacavalli.
Per i professionisti della sanità che volessero approfondire l’argomento è possibile aderire al corso di formazione (accreditato dall’AGENAS del Ministero della Salute che riconosce 12,6 crediti ECM) accedendo al sito della castedutainment.com di Milano.